Poche ore fa nel corso di una seduta, un paziente mi ha parlato della difficoltà di riuscire a distinguere fra uno psichiatra e uno psicoterapeuta. Me ne parlava facendo riferimento alla sua storia, al primo approccio che ha avuto rispetto alla cura di sé, partendo dal farmaco per gli attacchi di panico prescritto dallo psichiatra. Ad iniziare la psicoterapia, dopo dieci anni dall’inizio del farmaco, lo ha spinto la riluttanza nel dover dipendere tutti i giorni da una pillola, la speranza che ci fosse altro che potesse tentare di fare per sé prima di arrendersi.
A lui è andata bene, dopo il primo anno di terapia ha potuto scalare il farmaco, con effetti postivi, fino ad arrivare alla sua completa sospensione. Ricordando l’inizio del suo percorso con la psichiatria mi ha detto che per le persone come lui, “non addette ai lavori”, è difficile capire la differenza fra lo psichiatra e lo psicoterapeuta, pensava che fosse la stessa cosa rivolgersi all’uno piuttosto che all’altro.
Questo mi ha fatto riflettere su quanto ancora poco si dica rispetto a questo tema, rispetto all’approccio con cui ci prendiamo cura della nostra salute mentale, le convinzioni sociali che ruotano intorno al lavoro dello psichiatra e al lavoro dello psicoterapeuta.
In alcune situazioni i farmaci sono necessari, a volte anche indispensabili per iniziare la psicoterapia. Devono essere sempre prescritti da un medico psichiatra, disponibile a seguire il paziente passo passo in un percorso che necessiti l’assunzione di un farmaco, ma anche la previsione di un suo graduale scalaggio nel tempo. E’ importante capire che gli psicofarmaci possono essere considerati e pensati come un supporto momentaneo nel frattempo che la psicoterapia faccia il suo corso e renda “le gambe” della persona sempre un pochino più forti e capaci, piano piano, di reggere il peso del corpo da sole.
In alcuni casi il percorso psicoterapeutico non può sganciarsi dal farmaco, per alcune patologie esso è indispensabile. Tuttavia, per molti altri disturbi può essere un aiuto oppure non necessario.
Saranno i professionisti sanitari a cui vi rivolgete che vi sapranno indicare la giusta direzione.